Stai chiedendo proprio a me i documenti?

Da tempo la pubblica amministrazione non può più chiedere ai cittadini documenti che sono già in suo possesso. Lo prevede l’articolo 43 del DPR 445/2000.
Durante la partecipazione ai nostri corsi da parte dei dipendenti della Pubblica amministrazione ci viene spesso chiesto come fare nel caso in cui quei documenti, che dovrebbero essere effettivamente già in possesso dell’amministrazione, siano difficili da trovare oppure richiedano adempimenti gravosi, perdita di tempo per potervi accedere e il cittadino insista affinchè venga rispettata la norma.
Per dare risposta alle numerose richieste che di continuo pervengono ai nostri formatori abbiamo creato alcune linee guida che all’occorrenza possono essere meglio esplicitate in appositi corsi di formazione:
- Fare un sorriso di compiacimento e annuire con un gesto del capo atto a complimentarsi per la conoscenza delle norme da parte del cittadino richiedente
- Sgranare gli occhi e muovere delicatamente la testa in senso negativo in modo da iniziare a introdurre nel cittadino il pensiero che quella richiesta non sia stata proprio una brillante idea
- Nel caso in cui i primi interventi non abbiano avuto successo nel fare desistere dalla richiesta, assumere lo sguardo di Robert De Niro nella famosa scena di Taxi Driver. Lo sguardo deve essere sottintendere “ ma dici a me?” “stai parlando con me?”
- Se anche questa tecnica si rivela infruttuosa iniziare a fare domande sul lavoro svolto, sulla famiglia, sul reddito (se la PA in questione è l’Agenzia delle Entrate il cittadino si è già arreso) e, nel frattempo, iniziare a cercare le informazioni su di lui sui data base disponibili, leggendole a voce alta.
- Se il richiedente insiste, si fa presente che, per ovvi motivi, l’ufficio dovrà usufruire del massimo dei tempi concessi dal procedimento e che quindi l’evasione della sua pratica potrebbe subire qualche rallentamento.
- Se nonostante ciò il cittadino dovesse persistere, annotare visibilmente i suoi dati e quelli della sua famiglia, inclusi i parenti fino al quinto grado. Anche dopo 30 anni, qualunque impiegato della PA potrà tirare fuori il suo nome in ricordo di questo spiacevole episodio e agire di conseguenza.